Intervento del dott. Luigi Gerardi, Insegnante Feldenkrais® e Psicologo, che introduce al Metodo e alla sua efficacia
-Roma, Carpegna Palace, luglio 2017- (tempo di lettura 4 min.):
Il Metodo Feldenkrais porta il nome del suo sviluppatore – Moshe Feldenkrais, fisico, appassionato di arti marziali (è stata la prima cintura nera in Europa e amico di Gikoro Kano, inventore del Judo) . Dalle prime scuole ebraiche e dalle arti marziali, Moshe si ispirerà per creare il suo metodo che è essenzialmente un Metodo che mira all’Integrazione delle parti corporee e della loro funzionalità. Moshe stesso ha definito il lavoro individuale dell’Insegnante Feldenkrais con l’allievo: “Integrazione Funzionale”. Ciò richiama alla mente quello che Wertheimer aveva definito “attività di ristrutturazione funzionale”: i dati della situazione problematica possono essere interpretati in un nuovo insieme che porta alla soluzione del problema.
Il Metodo e i suoi esercizi si svolgono, quindi, individualmente o in gruppo, svolgendo i movimenti guidati dall’Insegnante si mira a provocare la consapevolezza del movimento, quasi a sentire il peso dell’osso.
Osso e muscolo insieme, “percepiti” dal soggetto nei suoi movimenti, permetteranno una maggiore fluidità. Tutto avviene a terra, seduti o sdraiati o in alternanza o in un disegno da comporre con i movimenti. Tutto avviene prima nell’immaginazione. Per Moshe, infatti, “il movimento nasce dalla visione”…visione anche e soprattutto interna. Come sarà la terza volta che porterò la mia mano alla rovescio (sul dorso) sul mio petto? – questo è un esempio tratto da una lezione di movimento in gruppo.
E la quarta? La quinta volta? La verità è che non lo so. Posso, però provare…permettermi di provare. Permettermi di lasciarmi andare e sentire. Più mi abituo a sentire – seguendo gli schemi sempre diversi delle Lezioni in gruppo – più la consapevolezza sarà profonda. Dalla consapevolezza spesso scaturisce l’insight: cambio completamente il movimento iniziale in una modalità inaspettata e nuova.
Questa è una roadmap per il cervello, soprattutto per la parte creativa del cervello – con gli esercizi noto che la postura è cambiata, la respirazione è cambiata, il modo di sentire il peso del piede a terra e altro è cambiato, a seconda dell’esperienza soggettiva.
Lo stesso Feldenkrais aveva detto “Ci sarà sempre una cellula nella mente di una persona, pronta ad apprendere un movimento diverso, persino in un anziano di novant’anni!” – sì Feldenkrais ha creduto, e noi Insegnanti del Metodo ci crediamo, nell’ottimismo biologico: il corpo può capire, il corpo sa a un certo punto di poter prendere una nuova strada. Percorsa la nuova strada, allora e solo allora, potrò abbandonare la vecchia. Il corpo ha una sua consapevolezza che deve giungere fino alle nostre sinapsi che governano il movimento – non comando un movimento, ma ne ho la consapevolezza.
Se “Esse est percipi” – essere è percepire, allora per Moshe “Movere est percipi” – la capacità di percepirsi e creare nuovi schemi.
No, questa non è una capacità a cui siamo invitati oggi, anzi quasi più spesso siamo invitati alla coazione a ripetere – stessi schemi, stesse euristiche, stesse app dello smartphone. Ciò che conta è la velocità nella ripetizione. Ciò che conta nel nostro Metodo è la lentezza, la percezione, poi la velocità – fino all’invito a ripetere il movimento in qualsiasi modo purchè ci si diverta.
Si ritorna a quelle scuole ebraiche frequentate da Moshe nella Palestina del mandato britannico – in un’aula si studiavano riferimenti e principi e in un’altra principi e applicazioni contrarie e, infine, in una terza l’integrazione. Nel nostro Metodo qualche volta non esiste l’integrazione finale…o meglio qualche volta all’utente più esperto è lasciato di scoprire l’entropia del lavoro fatto insieme: metti tutto in un nuovo “insieme significante”, qualcosa di nuovo nascerà e sarà tutta opera tua. O quasi.
Luigi Gerardi:
Psicologo, Trainer di PNL™ e Insegnante Feldenkrais®. Autore con John Littrell di Counseling in azienda-grandi risultati con le persone, con piccoli passi (2010). Per venti anni ha svolto attività di consulente aziendale nello Sviluppo organizzativo per medie e grandi aziende di diversi settori (TLC, bancario, ecc.).
Ora si dedica all’approfondimento in particolare del Metodo Feldenkrais® e del Metodo di Virginia Satir. Svolge attività di sostegno psicologico, counseling psicologico e coaching. E conduce Gruppi di CAM (Consapevolezza Attraverso il Movimento) e lezioni individuali di Integrazione Funzionale, in base al Metodo Feldenkrais.
Bibliografia:
Doidge Norman, Le guarigioni del cervello, Ponte alle Grazie (Milano), 2015;
CSM – Centro Scientifico del Movimento – Strigara (FC), lezioni in gruppo CAM (Consapevolezza Attraverso il Movimento) ed esercizi durante il secondo anno del corso quadriennale per Insegnanti;
Wertheimer e il concetto di “pensiero produttivo” in Wertheimer– materiali di preparazione all’Esame di Stato per la professione di Psicologo e stesso autore, Il pensiero produttivo, a cura di Bozzi P., Giunti (Firenze), 1997
Feldenkrais M., Lezioni di Movimento, Mediterranee (Roma), 2003